Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Ci sono luoghi in cui i bambini esplorano la realtà e apprendono cose. Luoghi necessari alla loro crescita, al loro personale bagaglio di conoscenza e cultura, al loro stare al mondo con consapevolezza. Ma ci sono anche bambini che in quei luoghi non ci vanno mai, vuoi per mancanza di cultura della famiglia stessa, vuoi per mancanza di possibilità economiche. Succede, allora, che un museo o un cinema, un teatro o una libreria, corra il rischio di diventare appannaggio solo dei più fortunati. Come fare? Da qui nasce l’affido culturale. Città come Napoli, Roma, Bari, Modena e ora Milano – Municipio 8, realizzano un insieme di fruizioni culturali condivise, tramite le quali famiglie-risorsa e famiglie-destinatarie stringono un patto. L’idea di fondo è molto semplice. Un genitore, che abitualmente porta i suoi figli al cinema, a teatro, al museo o in libreria, ci porta anche un bambino – eventualmente con un membro della famiglia di quest’ultimo – che in questi luoghi non ci entrerebbe per differenti cause. Si realizza così un insieme di fruizioni culturali condivise, tramite le quali famiglie-risorsa e famiglie-destinatarie stringono un Patto Educativo. Dove è applicato il progetto affido culturale alimenta i Patti Educativi affidando alle famiglie-risorsa una dotazione di “e-ducati”, una moneta virtuale solidale, con cui pagare i biglietti di accesso a luoghi della cultura convenzionati ad hoc: cinema, teatri, musei etc., i quali così si aggiungono fattivamente alla comunità educante. Le transazioni in e-ducati viaggiano su una app appositamente realizzata, che facilita il monitoraggio delle attività, oltre che il fundraising di progetto. Tutto ciò premesso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento a valutare la possibilità di organizzare, di concerto con i Comuni e le associazioni ed enti interessati, un progetto di affido culturale in modo da colmare la povertà educativa di quei bambini che non hanno la fortuna di avere una famiglia o dei genitori in grado (economicamente, ma non solo) di accompagnarli in un museo, a teatro, al cinema, o semplicemente a fare un giro tra gli scaffali di una libreria e quindi privandoli in parte del diritto di crescere e di seguire i loro sogni e le loro prospettive di vita, presente e futura. |
LUCIA COPPOLA |
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